Di politiche ambientali si parla da oltre quarant’anni ma solo da una decina i concetti di sostenibilità e green economy hanno iniziato a sensibilizzare il consumatore, che sempre più spesso è spinto all’acquisto di prodotti green. Ma cosa si intende per economia “verde”?
L’argomento è ampio e complesso. In maniera molto semplice, si può tradurre in termini di riduzione dell’impatto ambientale. Un prodotto “verde” o green si definisce tale quando l’intero ciclo di vita di quest’ultimo, dall’estrazione della materia prima fino allo smaltimento dei rifiuti, comporti il meno possibile una modifica dell’ambiente.
La scelta green investe il campo alimentare
La sensibilizzazione del consumatore alle tematiche ambientali è evidente ormai da molto tempo, in particolare quando si parla di generi alimentari. Basti pensare che sempre più persone decidono di acquistare prodotti della filiera corta (km0), sfusi, di agricoltura biologica o naturale, così, anche per le abitudini di vita quotidiana, sempre più spesso le persone scelgono sacchetti riutilizzabili ed usano mezzi ecologici come le biciclette, anche per fare la spesa.
Da un lato, sicuramente entra in gioco il discorso economico, in quanto non è un mistero che il prodotto sfuso costi meno, ma dall’altro le continue informazioni che circolano sui cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento e sul dramma delle microplastiche in mare hanno notevolmente contribuito ad un radicale cambiamento nello stile di vita alimentare.
Dati recenti illustrano quanto siano cambiate le scelte ed abitudini del consumatore. Fino a pochi anni fa, le persone, in gran parte spinte dal potere persuasivo della pubblicità, tendevano ad acquistare i soliti prodotti di marca, nonostante nell’aria si avvertiva già un clima di cambiamento.
Oggi, al contrario, il consumatore fa sempre più attenzione alla provenienza del prodotto, all’artigianalità e si informa di più sull’azienda e sulle politiche ambientali, grazie anche alla pubblicazione di informazioni ad opera delle associazioni ambientaliste e dei consumatori.
Il ruolo dell’azienda: come sedurre un consumatore attento e sensibilizzato
Cosa deve fare un’azienda sostenibile per raggiungere il consumatore e spingerlo ad acquistare i propri prodotti? La risposta è trasparenza e chiarezza. La norma ISO 14021 (auto dichiarazione per le asserzioni ambientali) fornisce un elenco di requisiti generali da osservare.
Molto spesso, le aziende asseriscono in maniera generica la propria propensione alla politica sostenibile, senza fornire effettive informazioni in merito a tre requisiti fondamentali da dichiarare:
- riduzione dell’impatto
- misurazione del dato
- in che modo è stato raggiunto l’obiettivo.
Non è sufficiente, dunque, pensare di invogliare il consumatore all’acquisto con i soli slogan pubblicitari o azioni di marketing.
Questi dati sono di estrema importanza quando si affrontano tematiche relative all’impatto ambientale e alla green economy, anche perché la nuova tendenza del consumatore è quella di cercare chiarezza e trasparenza in merito alla veridicità della comunicazione di un’azienda.
Molte aziende di produzione, distribuzione e rivendita sono già orientate su scelte sostenibili, come l’eliminazione del packaging per determinati beni (riducendo di molto l’uso della plastica), uso di confezioni biodegradabili, vendita del prodotto sfuso (come i detergenti), riduzione della filiera produttiva, acquisto (e rivendita) di prodotti alimentari a km0.L’unica conclusione possibile è quella di seguire un trend che sembra andare incontro ad una nuova concezione di acquisto, attualmente orientata in misura maggiore verso prodotti green e sostenibili.